DELLA SCIENZA DELL’INTERFEROMETRO “ET” DI SOS ENATOS E DELLA NOSTRA ALTERITA’

            Dopo la coralità di consensi di politici grandi e piccini, di scienziati in fregola di Nobel e delle teste d’uovo sardesche a replicare ogni giorno in tutti i media la bontà del progetto ET (acronimo in inglese di Telescopio Einstein), desta una certa meraviglia il ritrovamento di un ordigno inesploso in una delle strutture presenti nell’area della vecchia miniera di Sos Enatos, a Lula, destinata, dovesse andare in porto il progetto, ad ospitare l’interferometro ultimo modello.

            Del “vile” e certo inatteso attentato, la sola cosa che si apprende in merito, almeno al momento di scrivere queste righe – parecchi giorni dopo il ritrovamento dell’ordigno – è che la “bomba” era priva di innesco o di qualche altro congegno per cui era impossibile esplodesse.

            Ma se tale era davvero, di quale attentato si tratta? Non essendovi rivendicazione, almeno al momento, quel che si dice e si scrive in merito non va oltre l’ipotesi secondo cui si tratta di un avvertimento, di una minaccia insomma, da parte di qualcuno che dissente dal coro degli elogi a più riprese che si replicano sui media ininterrottamente, e che stanno accelerando in ogni sede istituzionale a seguito dell’ordigno. Si dà per scontata l’impossibilità di dissenso, di opposizione, di contrasto al mega progetto! [VAI AL PDF]

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